July Thundercloud in the Val d'Aosta
Ruskin che dipinge, studia, racconta e dettaglia Le Pietre di Venezia è lo stesso che dipinge, studia, racconta e dettaglia le nuvole. Ecco come una stessa passione può passare dal duro, immutabile artificio umano, all'etereo, cangiante elemento naturale. Di nuvole ne ha ritratte tante, durante i suoi numerosi viaggi, sotto cieli ventosi, dalla luce accidentale e mutevole, sotto cieli alti di montagna o vermigli per il crepuscolo, soffocati dallo smog cittadino, gravidi di pioggia; cieli di nuvole di tutti i tipi, veloci o dense, sfilacciate, colorate, turbinanti, trasparenti o quasi solide.
Ruskin ci ha informati del perché sarebbe importante per noi osservare il cielo. In The True and the Beautiful in Nature, Art, Morals and Religion del 1859 così spiega:
The Sky is for all; bright as it is, it is not “too bright, nor good, for human nature’s daily food;” it is fitted in all its functions for the perpetual comfort and exalting of the heart, for the soothing it and purifying it from its dross and dust. Sometimes gentle, sometimes capricious, sometimes awful, never the same for two moments together; almost human in its passions, almost spiritual in its tenderness, almost divine in its infinity, its appeal to what is immortal in us, is as distinct, as its ministry of chastisement or of blessing to what is mortal is essential.
Cielo come specchio dell'essere umano?
La mutevolezza delle nuvole non può che stuzzicare e poi esaltare chi usa l'acquerello. Lo sapeva Turner e lo sapeva Ruskin, che ricopia proprio il dettaglio del cielo svolazzante di Campo Santo, Venice del maestro.
Tra tutti i numerosissimi taccuini di Ruskin, ce n'è uno dedicato completamente al cielo e alle nuvole: Sky, notebook composto tra il 1887 e il 1889, conservato ora al Coniston Ruskin Museum, nel nord dell'Inghilterra. Il soggetto della raccolta è il cielo, e le nuvole, declinati in molteplici versioni.
Nuvola ferma sulla collina di Old Man a Coniston
Cielo e mare
Delle note a margine ci indicano dove sono stati dipinti quei cieli, in che giorno e a che ora. Ruskin dipinge immerso nella natura, non solo osservando, ma cercando di captare contemporaneamente la sensazione della visione dentro di sé, secondo quell'imperativo "Seeing and feeling" lanciato ai propri studenti, che governa con veemenza il gesto del pittore romantico.
L'estetica del frammento, altro principio romantico, è qui sublimato da Ruskin, come se cielo e nuvole riassumessero perfettamente gli slanci e gli entusiasmi dell'animo poetico di tutta un'epoca. "Se gli artisti fossero più abituati a eseguire rapidi schizzi delle nuvole, ritraendone i contorni con la maggiore accuratezza possibile, invece di spennellare il foglio con quel che si chiamano "effetti", si accorgerebbero ben presto che nelle forme delle nuvole c'è più bellezza di quanta ne possa attingere una qualsiasi rapsodica felicità d'invenzione" così Ruskin in Modern Painters, raccolta di scritti composti tra il 1843 e il 1860.
Bisognerebbe ricominciare a disegnare dalle nuvole.
Sunset at Hern Hill through the smoke of London
L'idea del post su Sky di Ruskin mi è venuta dopo la mostra a Palazzo Ducale del 2018 Le pietre di Venezia. Le immagini dei fogli sciolti con gli acquerelli di Ruskin sui cieli e le nuvole sono tratte dal saggio della curatrice Anna Ottani Cavina, John Ruskin, "dipingere una foglia, dipingere il mondo". Le altre immagini sono prese dai siti del Coniston Museum et della Ruskin Foundation.