lunedì 20 dicembre 2021
mercoledì 3 novembre 2021
Calendari 2022
venerdì 29 ottobre 2021
sabato 23 ottobre 2021
Omaggio all' autunno
lunedì 27 settembre 2021
Max Ernst- Una settimana di bontà
L'opera grafica di Max Ernst è ricchissima. Essa comprende tutte le tecniche di stampa ed incisione calcografica tradizionali e sperimentali, applicate spesso al medium del libro.
Per riunire ed analizzare tutta la produzione di libri d'artista di Max Ernst ci vorrebbe un immane lavoro, soprattutto se alla tradizionale tiratura limitata si aggiungono i multipli fotografici o gli esemplari unici che utilizzano monotipo, fotogramma, frottage o collage, da soli o mescolati. Se si considerano i suoi libri d'artista nel complesso, quello che impressiona è la grande libertà di linguaggio, l'utilizzo delle più svariate tecniche e la duttilità con la quale esse vengono impiegate. Le connessioni multiple che si possono creare tra parola e immagine, tra segno tipografico e segno grafico, e tra queste e lo spazio visivo della pagina, fanno del libro un luogo favorevole alla sperimentazione surrealista. Il libro si svolge inoltre in uno spazio-tempo (quello della sequenza delle pagine e del loro sfogliarle) che introduce un altro elemento di ricerca, quello temporale, con nuove possibilità di linguaggio.
Max Ernst era profondamente legato all'oggetto-libro. Grande lettore, si muoveva con disinvoltura dal francese all'inglese al tedesco. Nei suoi libri compaiono le tre lingue indistintamente, spesso alternate, a volte mescolate tra loro. Le sue letture erano vastissime e comprendevano la filosofia classica o contemporanea, la psicologia, l'etnologia, le scienze e la letteratura (in particolare Novalis, E.T.A. Hoffmann, Lewis Carroll, Alfred Jarry, Kafka e Beckett).
Attraverso i suoi libri d'artista, Max Ernst esplora tutte le tecniche incisorie tradizionali, con curiosità e libertà, spesso con spregiudicatezza. A queste affianca con peculiare energia tecniche sperimentali spiccatamente personali. Di tutte le tecniche, il collage è senza dubbio la sua tecnica privilegiata. Unicità e innovazione sono le due grandi qualità del collage. A Ernst piace soprattutto perché riesce a tradurre a meraviglia il senso del gioco e dell'inaspettato, che sono il motivo centrale di tutta la sua opera. Le immagini vengono scomposte e poi ricostituite secondo un nuovo ordine, privo di regole logiche o di regole già viste e conosciute. Nascono quindi forme e situazioni del tutto inattesi; l'esplosione di significati improvvisi e sorprendenti è garantita.
Tutte le potenzialità del collage vengono utilizzate ne Une semaine de bonté, considerato uno dei suoi più noti romanzi grafici (nonché l'ultimo), i cosiddetti "Novels in pictures", di cui fanno parte anche La femme 100 têtes e Rêve d'une petit fille qui voulut entrer au Carmel. I tre romanzi per immagini costituiscono l'emblema della letteratura surrealista poiché rifiutano la convezione secondo la quale il narratore è onnisciente. Già Louis Aragon (con Le paysan de Paris) e André Breton (con Nadja) avevano iniziato a scardinare le categorie di senso del vecchio repertorio iconografico, portando il dettaglio trascurabile, il frammento insignificante, dai margini alla centralità del racconto visivo, provocando nuovi imprevisti significati.
Scardinati logica e senso tradizionali, la parola e l'immagine appaiono isolate come entità enigmatiche a se stanti, come due linee parallele che non si incontrano. Non c'è dialogo né contatto tra loro, non c'è la possibilità che l'una possa spiegare l'altra e viceversa. Questo legame interrotto, spezzato, non è riparabile e il risultato è una duplice e contraddittoria sensazione di smarrimento e di ampliamento della coscienza. Se da un lato i due mondi sono criptici e sfuggono alla nostra comprensione poiché non ci viene volutamente data la loro chiave di lettura, dall'altro proprio questa mancanza di spiegazione e di racconto, crea nuovi significati, dilata le possibilità, non più imbrigliate nelle vecchie categorie di senso.
mercoledì 1 settembre 2021
Neuf mois en lagune// Nove mesi in laguna
Après neuf mois de travail robuste et passionné, une vraie immersion dans ma Venise adorée et sa lagune, je viens de rendre les originaux de mon prochain album. Sur un texte lumineux et amusant de Didier Lévy, avec qui j'ai partagé bien d'aventures littéraires jusqu'à là, le livre paraîtra aux Editions Sarbacane pendant l'hiver. Ici quelques petits détails du travail fraîchement accompli. Il ne me reste qu'à attendre patiemment avec vous sa sortie en librairie...
Dopo nove mesi di lavoro alacre e appassionato, una vera e propria immersione nella mia adorata Venezia e la sua laguna, ho appena consegnato gli originali del mio prossimo albo illustrato. Su un testo luminoso e divertente di Didier Lévy, col quale ho condiviso fin qui tante avventure letterarie, il libro uscirà nel corso dell'inverno per i tipi di Sarbacane. Qui qualche dettaglio del lavoro appena compiuto. Non mi resta che aspettare pazientemente con voi la sua uscita in libreria...
martedì 3 agosto 2021
Viaggio verso il Bosco dei Giganti
lunedì 19 luglio 2021
Les Pestouilles à la télé
Hier matin les Pestouilles passaient à la télé dans l'émission Yétili sur France 5 et Okoo Francetv. Pour regarder l'épisode en streaming, c'est par là.
martedì 13 luglio 2021
Tétraslire n.64
Le numéro d'été de Tétraslire vient de sortir. Le thème est Logique et je viens d'illustrer quelques nouvelles de T. Combe (alias Adèle Huguenin).
martedì 6 luglio 2021
Alberi
Alberi. Creature, simboli, personaggi, architetture viventi. Ettore Sottsass diceva che "Quando non sai cosa fare, mettici un albero". Un suggerimento che mi ha sempre divertito, soprattutto per la naturalezza birichina che può scaturire da un grande personaggio dal quale ci si aspetta una frase capitale, una formula magica, un nuovo dogma.
Ho inaugurato la mia stagione di alberi con L'arbre lecteur, un albero dotato di caratteristiche eccezionali, come foglie prensili, capacità di leggere (una vera passione per Jules Verne) e attitudine alla socialità.
Da allora gli alberi hanno accompagnato i miei progetti e molti di questi sono diventati albi illustrati. Dall'albero magico de L'arbre lecteur a quelli lussureggianti ed esotici racchiusi nel Colosseo de La louve et l'anglais, ogni mio libro si può dire abitato da alberi.
Ne La grande aventure du Petit Tout, il bambino spaesato e "spezzato a metà" dalla separazione dei genitori, uscirà simbolicamente dall'intricata selva dei suoi non risolti per giocare tra gli alberi con il fratellastro, finalmente accettato e amato.
Agli alberi ho affidato spesso l'eco del testo, per amplificarne il tono, la visione, il carattere. Quello che i tra le righe, i non esplicitati, i non per forza raccontati a parole hanno di pregnanza in una storia. Così ne Le gâteau de paix gli alberi scarni e spinosi assomigliano ai bambini inselvatichiti. Quelli che costeggiano i campi, oramai sterili campi di battaglia, diventano una teoria di legni aspri e secchi, protesi verso un cielo plumbeo e invernale.
Ed è in un boschetto che sparisce Jules, personaggio de Te fais pas remarquer, ragazzino cui da sempre hanno chiesto di conformarsi, di essere come tutti gli altri. Lezione imparata così bene, che Jules è diventato trasparente, si è confuso col paesaggio ed è sparito agli occhi di tutti.
Ma questa è solo la punta dell'iceberg: i miei taccuini pullulano di alberi. Ritratti nella grafica dei rami spogli o nella ricchezza di fronde lussureggianti, sono il mio costante esercizio di bonheur.