Sono numerosi i fotografi ai quali Picasso si è legato e ha collaborato: Man Ray, Dora Maar, Brassai, Duncan… Tuttavia nessuno di questi fotografi ha davvero lavorato con lui e se Picasso utilizzava la fotografia era in modo puntuale e strumentale. Quel che gli interessava era soprattutto la possibilità di approfondire la sua opera attraverso la fotografia. In particolare la scultura, dove il linguaggio dicotomico pieno/vuoto, ombra/luce, forma/spazio rappresenta un punto comune ai due linguaggi espressivi.
Ma nel 1953, mentre soggiornava a Villauris, Picasso conosce André Villers, un giovane fotografo giunto nella stessa citta qualche anno prima per curarsi dalla tubercolosi. Subito Picasso si interessa al lavoro di Villers, ai suoi scatti della città e dei suoi abitanti. E gli propone una ricerca creativa a quattro mani. Nei dieci anni che seguono, Picasso e Villers intraprendono un’esperienza artistica al di là dei limiti della scultura e della fotografia.
I due artisti lavorano in modo dialogico: Picasso traccia, ritaglia, pinza e lumeggia forme di carta che Villers fotografa, stampa e trasforma, intervenendo sui cliché, interpretandoli e manipolandoli. Da questo intenso scambio creativo nascerà il libro d’artista Diurnes, pubblicato a Parigi dall’editore Berggruen nel 1962 e tirato a 1000 esemplari. L’album, con la prefazione di Jacques Prévert, comprende una scelta molto stretta dell’insieme dei quasi 700 fotogrammi realizzati da Picasso e Villiers negli anni 1954-61. Figurano nel libro solo 30 tavole in bianco e nero, riproduzioni in fotoacquatinta (o collotipi) dei montaggi originali, precedute da una copertina a pochoir di Picasso. Il gruppo d’immagini rappresenta maschere, teste (a volte ritratti), animali, scene diverse. Influenzato dai giochi e dalle sperimentazioni dada e surrealiste, questo portfolio è un mix d’estetica visionaria e poetica, dove il lavoro incisivo ed entusiasta del giovane Villers e quello esperto e geniale di Picasso s’incontrano e si fondono.
I due artisti lavorano in modo dialogico: Picasso traccia, ritaglia, pinza e lumeggia forme di carta che Villers fotografa, stampa e trasforma, intervenendo sui cliché, interpretandoli e manipolandoli. Da questo intenso scambio creativo nascerà il libro d’artista Diurnes, pubblicato a Parigi dall’editore Berggruen nel 1962 e tirato a 1000 esemplari. L’album, con la prefazione di Jacques Prévert, comprende una scelta molto stretta dell’insieme dei quasi 700 fotogrammi realizzati da Picasso e Villiers negli anni 1954-61. Figurano nel libro solo 30 tavole in bianco e nero, riproduzioni in fotoacquatinta (o collotipi) dei montaggi originali, precedute da una copertina a pochoir di Picasso. Il gruppo d’immagini rappresenta maschere, teste (a volte ritratti), animali, scene diverse. Influenzato dai giochi e dalle sperimentazioni dada e surrealiste, questo portfolio è un mix d’estetica visionaria e poetica, dove il lavoro incisivo ed entusiasta del giovane Villers e quello esperto e geniale di Picasso s’incontrano e si fondono.
Si avrà la fortuna, rara, di vedere dal vero e per tutto l’autunno l’insieme del libro Diurnes e di qualcuna delle manipolazioni fotografiche scaturite da questa ricerca suggestiva, nell’esposizione dedicata al lavoro di Picasso e Villers, appena aperta a Ginevra alla Galleria Ganosian.