Nel centenario della pubblicazione del saggio freudiano, il Freud Museum di Heampstead ha commissionato a cinque artisti di sviluppare il tema. The Uncanny è un articolato programma di video, performance e installazioni che ha avuto luogo dal 30 ottobre del 2019 al 9 febbraio di quest’anno nella casa-museo londinese. Quella di Elizabeth Dearnley, lili Spain, Martha Todd e Karolina Urbaniak & Martin Bladh è stata un'esperienza immersiva totale, ancor più significativa poiché allestita nelle stanze di Anna Freud.
A differenza della parola Perturbante o dell'inglese Uncanny, la parola tedesca Unheimlich contiene in sè la spiegazione del sentimento descritto: la parola unheimlich è composta dalla radice heim (casa, dimora) dalla quale si forma l’aggettivo heimlich (familiare, abituale). Un-heimlich rappresenta perciò la sua negazione. L’estraneità, il sentimento del perturbante scaturiscono quindi in questo caso non da qualcosa di sconosciuto, ma da un oggetto o una figura familiari. Altrimenti detto: qualcosa che conosciamo bene appare all’improvviso mutato nella nostra coscienza per qualche ragione rimossa, e ci spaventa. Da qui la differenza con altri soggetti immaginari, come fantasmi, spiriti, révenants, che ci possono fare paura ma non ci perturbano perché non esistono e consentiamo semmai a lasciarsi suggestionare, accettando le regole della finzione.
Nel racconto di Hoffmann la complessità dei temi e l’ambiguità sommersi e intrisi nella storia, non ci permettono, nemmeno alla fine, di definire in modo limpido e lineare la realtà narrata, perciò nemmeno la stessa finzione narrativa. Questo corrisponde all’incedere dell’esaltazione della mente, fino alla follia, del personaggio principale, Nathaniel. E siccome tutto viene riflesso dallo specchio opaco della sua testimonianza, della sua memoria e del suo io ipersensibile, tutto risulta distorto al punto da non poterlo più descrivere con certezza e oggettività. Il valore del racconto, oltre che del fatto, è presa da Freud come prassi lavorativa e nel caso del personaggio di Nathaniel, estremamente rivelatrice.
Nathaniel bambino si nasconde nella stanza del padre e scopre che quest'ultimo e il turpe avvocato Coppelius praticano ricerche alchemiche proibite. Il disegno è dello stesso Hoffmann.
Hoffmann opera già una distorsione attribuendo alla figura dell’omino della sabbia, un carattere opposto a quello della tradizione nordica. Il Sandmann nell’immaginario popolare dei Paesi nordici è infatti un personaggio magico benevolo, che soffia sabbia negli occhi dei bambini per indurli al sonno a fine giornata.
Anche Andersen nella fiaba Ole Lukøje si era appropriato del tradizionale ometto al quale faceva spruzzare latte anziché sabbia per addormentare dolcemente i bambini. Hoffmann ne fa invece un personaggio inquietante e pauroso, la cui personalità è distorta nella memoria del personaggio Nathaniel in seguito ad un trauma infantile.
Il personaggio di Ole Lukøje in 'Fairy tales and stories' di Hans Christian Andersen (1805-75) , Ed. Hans Lien Brækstad (1845-1915) illustrazioni di Hans Tegner (1853-1932)
Il tema degli occhi è ricorrente. Il Sandmann raccontato dalla balia di Nathaniel è un uomo malvagio che arriva la sera per cavare gli occhi ai bambini e darli in pasto alla sua prole dai becchi di rapace notturno, sulla Luna. L’oscuro alchimista Coppelius, che Nathaniel identifica col Sandmann, minaccia il bambino di cavargli gli occhi. Riapparirà molti anni più tardi sotto le spoglie di un venditore di occhiali, e regalerà a Nathaniel un binocolo magico, attraverso il quale il protagonista vedrà e si innamorerà di Olimpia, dagli occhi vuoti. Ecco comparire l'automa, altro tema ricorrente nell'opera hauffmaniana.
Per complicare la questione, Coppelius/Coppola diventa il corrispondente negativo del padre, la sua parte cattiva. Dedito alle arti oscure con il perfido individuo, il genitore amato si rivela nella sua negatività. Insinuando in Nathaniel il duplice sentimento, irrisolvibile e contrastante, di amore/odio, vissuto con travagliato senso di colpa. Ecco quindi comparire l’Umheilich, il perturbante: la figura familiare, amata e rassicurante del padre, si accavalla fino a identificarsi con quella del perfido alchimista, a sua volta identificato in un gioco di sovrapposizioni, con il terribile Sandmann.
Per complicare la questione, Coppelius/Coppola diventa il corrispondente negativo del padre, la sua parte cattiva. Dedito alle arti oscure con il perfido individuo, il genitore amato si rivela nella sua negatività. Insinuando in Nathaniel il duplice sentimento, irrisolvibile e contrastante, di amore/odio, vissuto con travagliato senso di colpa. Ecco quindi comparire l’Umheilich, il perturbante: la figura familiare, amata e rassicurante del padre, si accavalla fino a identificarsi con quella del perfido alchimista, a sua volta identificato in un gioco di sovrapposizioni, con il terribile Sandmann.
L'ossessione per gli occhi e la minaccia dell’accecamento pervade tutto il racconto di Hoffmann e ha il suo corrispettivo nel tema della castrazione per Freud. Si pensi al mito di Edipo, e alla punizione che l’ignaro parricida si autoinfligge.
Dettagli dell'allestimento della mostra londinese
Per chi volesse approfondire, il fondo Hoffmann della biblioteca di Bamberg possiede manoscritti, disegni, illustrazioni e appunti dello scrittore molto interessanti.
Esiste inoltre un ricchissimo portale dedicato all'autore, l'E.T.Hoffmann Portal .
Sulla teoria freudiana del Perturbante, ai suoi rimandi a Der Sandmann di Hoffmann ed altri interessanti echi nell'arte e nel cinema contemporaneo, vi rimando ad un appassionante articolo del sito del Freud Museum.
E per finire, un appunto, certo molto personale e forse suggestionato dall'esposizione: come non intercettare un sentimento di perturbante nelle fittissime collezioni d'arte antica che popolano le stanze un tempo abitate da Freud? Minuscole foreste di statuette, busti e teste si drizzano da tavoli, vetrinette e mensole e guardano i visitatori, silenziose e con occhi vuoti. La decontestualizzazione, soprattutto per certe immagini sacre egizie, e la vastità di quell'immobile popolo in miniatura, impregnano di una vaga inquietudine i luoghi.
Sulla teoria freudiana del Perturbante, ai suoi rimandi a Der Sandmann di Hoffmann ed altri interessanti echi nell'arte e nel cinema contemporaneo, vi rimando ad un appassionante articolo del sito del Freud Museum.
Autoritratto di Hoffmann
E per finire, un appunto, certo molto personale e forse suggestionato dall'esposizione: come non intercettare un sentimento di perturbante nelle fittissime collezioni d'arte antica che popolano le stanze un tempo abitate da Freud? Minuscole foreste di statuette, busti e teste si drizzano da tavoli, vetrinette e mensole e guardano i visitatori, silenziose e con occhi vuoti. La decontestualizzazione, soprattutto per certe immagini sacre egizie, e la vastità di quell'immobile popolo in miniatura, impregnano di una vaga inquietudine i luoghi.
Il tavolo nello studio di Freud al Freud Museum di Hampstead, Londra