mercoledì 24 giugno 2020

Intervista


Voilà una divertente intervista del dicembre scorso, fatta durante il mio Open Studio e proposta ora dagli appassionati fondatori e intraprendenti membri di Balene in volo. Buona visione!


giovedì 4 giugno 2020

Album amicorum

Cominciano lontanissimo, nel Cinquecento. Soprattutto nel nord Europa, giovani universitari di nobili famiglia, compongono dei taccuini con il contributo degli amici. Sono raccolte a fogli mobili o rilegate, spesso racchiuse e protette da custodie, che seguono lo studente nella sua academia peregrinatio. Questi diari a più mani vengono chiamati album amicorum e diventeranno molto popolari. 

Ecco l'album di Philipp Hainhofer, ricco figlio di mercanti tedeschi, che inizia il suo taccuino a diciott'anni, nel 1596. La raccolta proseguirà per trentasette anni attraversando l'Italia, la Germania e la Boemia. Philipp studia all'università di Padova, di Colonia e in diverse facoltà olandesi e chiuderà la sua carriera scolastica rientrando ad Amburgo, sua città natale, per prendere il posto del padre nella prestigiosa ed avviata attività di mercante d'abiti e stoffe.


Il suo, come gli album degli studenti come lui, racchiudono autografi, motti, citazioni e disegni di vario genere: scene di vita quotidiana, ritratti e autoritratti, paesaggi, copie di opere d’arte, appunti di oggetti, abiti e ornamenti. Le raccolte hanno una grande varietà dei contributi, eterogeneità di stili e differenza di qualità spesso marcata. Non solo infatti erano composti da più persone, ma spesso il proprietario acquistava o commissionava alcune pagine a specialisti calligrafi, miniatori, pittori, quindi a dei professionisti. 

Ritroviamo gli album amicorum per tutti i secoli successivi, seguendo stili e gusti dell'epoca e sempre prevalentemente nei Paesi del nord Europa. Ma è nell'Ottocento che gli album amicorum si affermano come pratica consueta e diffusa tra i giovani.

Alcuni album ci permettono di delineare in modo piuttosto dettagliato il loro possessore e il suo entourage. Ecco la raccolta, elegantissima, di Carl Gotthelf Welner, sassone, composta tra il 1783 e il 1811 tra le università di Pforta, Lipsia, Dresda, Norimberga ed altre. Seguiamo attraverso il contributo di parenti e amici i suoi studi, i viaggi, l'apprendistato. Conosciamo nomi di affetti e persone stimate. Gustiamo i contributi di diversi professionisti, incisori, scrittori, pittori, poeti, ma anche astronomi, teologi, matematici, linguisti, architetti. Ci pare quasi di vederli sfilare in una serie di stanze, presentarsi con il loro piccolo monologo e poi andare. Oppure il nostro è piuttosto un catturare il frammento di una conversazione da dietro una tenda, una porta socchiusa quanto basta.





Altre volte il mistero rimane ben protetto. Ecco l'album di Stephania Gerrietta Johanna Broxs, composto a metà Ottocento con il contributo di amici di famiglia, parenti. Apparentemente nient'altro da svelare.



O quello di una certa Naatje van Linde van der Hauvel, composto tra il 1816 e il 1829, che sappiamo giovane donna ma di cui conosciamo ben poco altro. Ci rimangono, è vero, le firme delle persone che composero il suo album. Leggiamo Heynis, Van Atena, Martini, Sandick, Pochussen, Pijnappel, tutte comparse dai nomi giusti (secondo il debole di Balzac), pronte per figurare nella pièce che vorremmo mettere in scena.



Un'interessante analisi, che vale come esempio, è stata condotta da una studiosa ungherese sull'album amicorum di un giovane universitario chiamato Papai Pariz Ferenc, che lo compose tra il 1711 e il 1726. Qui vengono dettagliatamente analizzati i contributi di ogni pagina, i loro autori e gli spostamenti geografici che il libro compiva con il suo proprietario. Un lavoro minuziosissimo e approfondito, immerso nei cambiamenti storici e nel disegno dei confini geografici dell'epoca (che spesso coincidevano).



Possiamo amare questi album come oggetti eccezionali e curiosi, che ci riportano ad un uso intimo e senza pretese della scrittura, del disegno e del collezionismo dilettante di piccolo formato. Credo però che quello che può spingere ad interessarsene diversamente e più acutamente, è il modo schietto, verace e a volte commovente di connetterci al fluire della vita nascosto dietro l'astrazione e la distanza della Storia. La vita di piccole società umane, composte da individui legati tra loro da rapporti stretti di parentela, amicizia, affetto, stima, diventano così d'un balzo reali e vicine.

Le immagini del post sono state tratte da siti di gallerie d'arte, librerie antiquarie e da case d'aste (Christie's fra tutte), facendo una felice passeggiata a balzelli nel web, dopo avere letto a inizio anno lo stralcio di un articolo in un giornale triestino capitatomi casualmente tra le mani.