lunedì 19 maggio 2014

Povere carte, belle carte


Qualche tempo fa un mio articolo metteva in luce lo stretto legame tra l’arte decorativa dei domino e l’illustrazione. Pretesto per ritracciare la storia e le fortune alterne dell’arte delle “belle carte”. E per dare risalto ad un mestiere di artista-artigiano divenuto ormai raro, dove il gusto estetico (felice connubio d’immagini colte e popolari) si fonde con la pratica tipografica, la calcografia, la calligrafia.

Pochi i dominotier rimasti, dicevamo. La scoperta di uno di questi, l’Atelier Bibi, a Torino, ci spinge ad approfondire l’argomento. Una semplice appendice non era sufficiente, perché l’attività dell’Atelier è molteplice: riprende l’arte della dominoterie, sconfina nel libro d’artista, pratica la calligrafia e la calcografia, il disegno e la pittura. Spicca nel recupero di imagier tradizionali e desueti, senza tuttavia illanguidirsi in sentimentalismi o riprodurre sterili e aneddotiche copie. Già solo i locali dell’Atelier, nella Torino più francese del centro, valgono l’impatto emotivo più forte. Un vero coup de coeur.



Sulle carte, in particolare, l’Atelier ha recentemente pubblicato un volume, presentato questo mese al Salone del libro di Torino: Carte decorate, che testimonia dell’attenzione e della vocazione all’arte della dominoterie. Ma in chiave moderna ed estremamente raffinata. Quasi un ossimoro (“la viva morte” di Leopardi…). Le carte, infatti, vengono prodotte solo su ordinazione, a partire da un catalogo, ma poi curate una per una come fossero dipinti.


Le attività di Piera Luisolo, fondatrice e anima dei luoghi, sono diverse. Nascono tutte da una coscienza eccezionale per lo studio e la pratica artistica, fatta di scambi, letture e di prove sul campo, di pazienza e applicazione ardente. Così, l'interesse per i pattern e la passione per le carte decorate, nascono molto presto, tra i 9 e i 10 anni, dalla scoperta dell'Ornato di Garneri. Questo libro diventa sia terreno di studio che campo di prova, e modella senz'altro l'occhio ed il gusto dell'artista in modo profondo e duraturo. Anche la passione per la stampa viene vissuta in prima persona, collezionando materiali tipografici d'epoca e soprattutto imparando ad usarli.



Teoria e pratica. Idea e materia. Così l’atelier si propone come luogo di scambio dalle molteplici attività. Tra le altre, evidenziamo l’arte dei domino (dagli svariati spunti e dalle svariate applicazioni), la stampa a caratteri mobili, le tecniche incisorie tradizionali e quelle più sperimentali (monotipi, maniera allo zucchero), la calligrafia. Tutto questo applicato al libro come oggetto d’arte, a tirature limitate di estrema eleganza e misura, tra invenzione e tradizione, dove il debito al passato (all’arte in senso lato) sa sciogliersi per affrancare un gusto e una visione personalissimi dell’arte. Quella più vicina a noi, che possiamo sfogliare, far scorrere tra le dita e tenere fra le mani.
Perché quella del libro d’artista, delle tirature limitate, è un’esperienza complessa, che implica il nostro coinvolgimento totale. Quello intellettuale, anzitutto. Ma anche una complicità dei sensi: di vista, olfatto, tatto. In particolare il tatto, disprezzato dalle moderne superfici plastiche, asettiche, uniformate e usate per qualsiasi superficie, viene qui risvegliato ed esaltato attraverso le tecniche (basti pensare alla pressione dei caratteri mobili e delle matrici calcografiche) ed i supporti: carte seriche, vellutate, a grane differenti, trasparenti, rigide o soffici, porose, lisce, ruvide, vergate,..


Piera Luisolo, Entomografie, linoleografie e stampa a caratteri mobili, su brani d'autori vari scelti da Alessandro Dantonio.

Vale, secondo noi, anche l’esperienza individuale, l’importanza dell’educazione al senso estetico, non fine a se stesso, ma espresso con semplicità come gesto naturale. Un’educazione non per forza elitaria. La dominoterie, ricordiamo, partiva dalla necessità anzitutto pratica di rivestire le chambre de bonne, o da quella di proteggere i libri dall’usura. Pratiche quotidiane, a volte domestiche, di cura e attenzione. La differenza sta nella capacità di esercitare un gusto del bello anche negli oggetti o negli spazi quotidiani. Nell’importanza di saper vedere e (conseguenza?) in quella di saper scegliere. Allenamenti dell’occhio, ma non solo, che fanno la differenza e producono benessere, piacevolezza e bellezza nel vivere.

Per Piera Luisolo valgono dettagli che sono poi strutturanti del tutto, capitali: godere della bellezza dei locali dell’Albertina dove si è studiato, recuperare e saper valorizzare con affetto ed estetica praticità gli oggetti di famiglia, far tesoro degli incontri (che siano persone, libri, vecchie carte), e saper integrare, convivere e dialogare con ognuna di queste esperienze in una visione dell’arte e del lavoro sensibili, forti e marcanti.

Il libro Carte decorate verrà presentato all’Atelier Bibi di Torino il 23 maggio prossimo. Da quel giorno e fino al 24 giugno una mostra proporrà ai visitatori la scoperta e lo studio dei piccoli grandi tesori raccontanti nel volume. In quell’occasione saranno organizzate anche delle dimostrazioni di stampa. Può essere il pretesto per visitare un luogo pieno di fascino ma anche un’occasione imperdibile per gli appassionati delle belle carte e i bibliofili.

Tutte le immagini qui pubblicate sono di Valeria Maggiora, che ringraziamo per averci dato l'autorizzazione a utilizzarle in questo articolo.

Qualche link infine per approfondire il lavoro di Piera Luisolo sulle carte decorate e le ricerche che l’hanno condotta alla pubblicazione del suo libro sui domino, e altre notizie sull'artista e l'Atelier Bibi: 

http://www.frizzifrizzi.it/2014/05/06/poesia-della-povera-carta/
http://www.patternprintsjournal.it/2014/05/le-carte-delle-meraviglie-di-piera.html
http://www.printshow.it/lab/310310a.asp
http://www.thechicfish.com/blog/2013/06/06/crafts-piera-luisolo/